È stato trasferito in un centro di riabilitazione specializzato di Imola Enzo Evangelista, l’autista di Cassino del Flixbus rimasto coinvolto nell’incidente dello scorso 25 marzo tra Modena Sud e Valsamoggia sulle corsie dell'A1. Un morto e sei feriti il bilancio del drammatico sinistro che ha visto il coinvolgimento di due autisti ciociari.
Non ha riportato ferite l’autista che in quel momento era alla guida, residente ad Alatri e che già il 26 marzo ha fatto ritorno a casa senza bisogno di cure mediche. Al suo fianco c’era l’autista che nel corso del viaggio avrebbe dovuto dargli il cambio: molto più serie le sue condizioni, infatti è stato subito ricoverato all'ospedale Maggiore di Bologna e operato d’urgenza. Anch’egli è residente in provincia di Frosinone e, più precisamente, nella frazione di Sant’Angelo in Theodice a Cassino.
LE CONDIZIONI
L’uomo non è più in pericolo di vita, ma le sue condizioni sono ancora molto serie e preoccupanti. Da qualche giorno è stato trasferito in un centro specialistico di riabilitazione ad Imola dove dovrà restare circa un anno.
Al momento l’autista non è ancora pienamente cosciente pertanto non in grado di essere sottoposto ad un interrogatorio per capire cosa sia successo quella notte e come abbia fatto il bus a perdere il controllo e a schiantarsi contro la barriera laterale dell’autostrada.
Bisognerà attendere ancora perché l’uomo possa rispondere alle domande degli investigatori che intanto proseguono nelle indagini.
LA VITTIMA
A perdere la vita, lo ricordiamo, è stato Vindou Illumine junior Kersant, congolese, 19 anni, residente a Perugia: per lui non c’è stato nulla da fare, troppo gravi le ferite riportate.
Tra questi c’era anche il secondo autista, 58 anni, Enzo Evangelista di Cassino, che prima del trasferimento nel centro specializzato di Imola ha lottato a lungo tra la vita e la morte.
L’autista di Alatri è indagato per omicidio stradale e lesioni gravissime. In base all’autopsia sulla vittima e ai primi accertamenti sul mezzo e il luogo dell’incidente è stato chiarito che a causare la morte del giovane e il ferimento dell’autista di Cassino sono stati i supporti metallici delle barriere di contenimento contro cui il bus si è schiantato. I supporti hanno sfondato i vetri e colpito sia lo studente che il 58enne di Cassino. Un aspetto sul quale la Procura vuole fare chiarezza dal momento che le barriere autostradali, in teoria, non dovrebbero rappresentare un pericolo. Anche perché il mezzo non viaggiava ad una velocità eccessiva, circa 90 km/h, e l’impatto non è stato frontale. Sarebbe quindi venuto meno l’effetto di contenimento.
Il difensore dell’autista indagato, l’avvocato Giampiero Vellucci, punta sul fatto che il proprio assistito non era né ubriaco né drogato, procedeva ad una velocità entro i limiti ed era alla guida da poco meno di tre ore. Lo sbandamento quindi sarebbe stato provocato da cause esterne non ancora individuate.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 6 Maggio 2024, 09:55
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