Vacanze in resort con test e tamponi: il modello post-Covid arriva dalla Sardegna
di Valeria Arnaldi
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Ogni dipendente e ogni ospite, prima di poter accedere alla struttura, sarà sottoposto ai test.
Il piano, validato da un comitato medico-scientifico composto da esperti delle facoltà di Medicina e Chirurgia delle Università di Padova, Roma Tor Vergata e Cagliari, prende il via in aeroporto, dove personale addetto al controllo medico effettuerà il controllo della temperatura corporea all’ospite e richiederà la compilazione di un modulo di autocertificazione.
Ulteriori controlli sono previsti all’arrivo presso la struttura: in un’area dedicata, saranno effettuati tampone molecolare o test salivare rapido e test anticorpi tramite puntura del dito. A questo punto si aprono vari scenari. In caso di risultati negativi, l’ospite sarà accompagnato in camera, così anche in caso di test negativo e presenza anticorpi IgG. Se i test dovessero dare esito incongruente, la persona sarà accompagnata «in un’area sanificata ed isolata del resort dove potrà soggiornare con tutti i comfort in un ambiente immerso nel verde. Il cliente rimarrà isolato fino a quando non risulterà negativo a due tamponi PCR consecutivi, intervallati da 24 ore». Nel caso in cui il test PCR risulti positivo, sarà avviato un protocollo speciale: il cliente sarà portato in un’area sanificata e isolata del resort «dove, in accordo e stretto coordinamento con l’ASL, si metterà in atto il “Piano d’azione Covid 19”». A queste misure si aggiungono ovviamente tutte quelle previste in termini di sanificazione, igienizzazione, formazione e via dicendo, in linea con le direttive Oms. Per fare di un Villaggio una sorta di oasi protetta. Anche dal coronavirus.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 20 Maggio 2020, 14:46
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