Nancy Brilli: «Trucco e inganno»

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di Nancy Brilli
Marianna detta Madi ama truccarsi. E' esperta di tutto quel che esiste, contouring, naturale, da sera, glow o opaco, ciglia a nastro, a mazzetti, singole, magnetiche o adesive, sopracciglia al pelo, tutto, sa tutto. E lo usa, pure. E questo è un problemone. Eh si, Marianna usa la faccia come un quadro. Astratto. Surrealista. Visto lo spessore dello strato di pittura, anche un po' brutalista. Si valorizza? No. Ma proprio manco un pochetto, una briciola, un'anticchia. Sulla sua faccetta tenera di - bada quel che ti dico - novenne, starebbe bene al massimo un velo di cremina idratante, una spruzzata di lentiggini. Invece, complice e rea la madre, spende fortune in grandi catene di profumerie, disperandosi se non trova, che so, i prodotti per la doppia detersione. Va in ansia, proprio. Io mi domando e dico, non tu, creaturella, che il discernimento ha il diritto di non appartenerti, ma questa strana tizia di tua madre, quale tipo di roba si cala? Perché le va detto: non le fa bene. Se diseduchi tua figlia in questo modo, insegnandole il bisogno di correggere difetti inesistenti, avrai creato un'infelice. A lei sciacqua il visetto e falla finita. A te invece, risparmia i soldi dei prodotti, e usali tu. Per una seduta a settimana dall'analista, però. No, scusa, ho sbagliato. Facciamo due.
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Ultimo aggiornamento: Martedì 30 Aprile 2024, 07:51
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