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In queste settimane, molti Paesi europei, compresa l'Italia, stanno sviluppando app con diversi standard tecnici per il contact tracing e tenere traccia della diffusione del contagio, capaci anche di avvertire i cittadini di un rischio aumentato a causa del contatto con una persona ritenuta positiva per Covid-19. «L'adozione diffusa di un'app di riferimento paneuropea, o almeno l'interoperabilità e la condivisione dei risultati tra le app consentirebbe un avvertimento più efficace delle persone interessate e un seguito più efficiente delle politiche di sanità pubblica», ammonisce Bruxelles.
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La Commissione europea osserva quindi che il tracciamento di prossimità ravvicinata tra i dispositivi mobili «dovrebbe essere volontario, basato sul consenso, nonché nel rispetto delle norme sulla privacy e sulla protezione dei dati nell'Unione europea». Le app, si legge ancora nel documento, dovrebbero essere «sviluppate in collaborazione con le autorità sanitarie nazionali», essere soggette a «stretti requisiti di trasparenza» ed «essere disattivate non appena la crisi Covid-19 sarà terminata», procedendo con la «cancellazione» di tutti i dati.
Gli utenti dovrebbero dunque essere i soli a «mantenere il controllo dei propri dati».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Aprile 2020, 17:51
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