Castelporziano, un manager per la tenuta presidenziale

Castelporziano, un manager per la tenuta presidenziale

di Valeria Arnaldi
La tenuta presidenziale di Castelporziano avrà un nuovo direttore. E, per la prima volta, l’incarico sarà assegnato tramite bando, secondo titoli di studio, competenza e esperienza “sul campo”. All’insegna della trasparenza. Dopo anni nei quali il ruolo è stato rivestito da funzionari interni, in dialogo con la Commissione Tecnico-Scientifica istituita per tutelare gli ecosistemi naturali, ora per la direzione si cerca una figura dalla professionalità sfaccettata, con competenze in materia di organizzazione e gestione di risorse umane; gestione della foresta; conservazione delle risorse floristiche; controllo della fauna selvatica; controllo delle condizioni ambientali anche rispetto agli inquinanti; conservazione del paesaggio e tutela della biodiversità. 

I REQUISITI DEL BANDO
E ancora, gestione economica dei prodotti della foresta, di quelli agrari, selvatici e dell’allevamento. I requisiti per partecipare alla selezione – l’avviso è pubblicato sul sito del Quirinale - sono rigorosi. I candidati devono avere un diploma di laurea conseguito secondo il vecchio ordinamento oppure una laurea specialistica o magistrale, in ambiti legati alle competenze richieste. Poi, una formazione post-universitaria. E bisognerà poter dimostrare un’esperienza lavorativa, almeno decennale, con compiti di direzione, programmazione e coordinamento in settori attinenti alle attività da svolgere. Senza dimenticare una buona conoscenza dell’inglese e la necessità di «essere fisicamente idonei alle mansioni da svolgere».

Fin qui le indicazioni per presentare la domanda – entro la mezzanotte del 19 gennaio – poi, quanti supereranno la prima selezione, “un numero ristretto” si specifica nell’avviso, saranno invitati a sostenere un colloquio. L’incarico di direzione avrà una durata triennale, rinnovabile. Se rimangono da definire i regolamenti e, in particolare, il rapporto con la Commissione, composta da docenti ed esperti, ben chiari invece sono gli obiettivi e i “traguardi” del bando. La figura di un direttore esterno, scelto tramite concorso, rientra nella politica di valorizzazione e apertura della tenuta di Castelporziano, decisa dal Quirinale. Nata come riserva di caccia e azienda agricola, la tenuta, estesa su una superficie di oltre seimila ettari con circa tre chilometri di spiaggia, oggi, ha perso il suo carattere originario – l’attività venatoria è stata vietata già nel 1977 – ma ha mantenuto il suo patrimonio di flora e fauna, nonché, almeno in parte, la sua vocazione agricola. 

PISCINE NATURALI
Sono stati censiti ben 29 alberi monumentali di sette specie diverse. Poi, “piscine”, ossia specchi di acqua naturale, che insieme al bosco, testimoniano l’aspetto antico della costa laziale. Gli ettari destinati a colture non intensive, come cereali e foraggio, e allevamento sono 750. A Castelporziano, vengono salvaguardati equini e bovini di razza maremmana, quasi in via di estinzione, allevati allo stato brado e accuditi da butteri. Le produzioni rimangono a uso interno. Solo in caso di “eccesso” prodotti e animali vengono messi sul mercato. E se la messa sul mercato è questione amministrativa che non interesserà il direttore, sua sarà la competenza per gli aspetti scientifici di coltivazione e allevamento. A ciò si aggiunge la tutela degli animali selvatici, tra cinghiali - una delle popolazioni più pure tra quelle originarie dell’Italia continentale - daini, caprioli, volpi, tartarughe palustri. Pochi ma ancora presenti, i cervi. Molti gli uccelli, anche migratori. La Tenuta racchiude parte dell’antico territorio Laurentino, con ville romane, 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 12 Gennaio 2017, 12:57
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